A tutti gli studenti:

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giovedì 29 settembre 2011

Basta divisioni!

di Giulio Benedetti


La scuola è classista, basata su un'idea di società che accetta la divisione in classi sociali, la vuole perpetuare e per questa ragione punta a separare e mettere uno contro l'altro gli studenti. E' la struttura stessa della scuola italiana che fa questo: a tredici anni ci viene detto che dobbiamo scegliere tra tre ordini di scuola. Più si han ricevuto voti alti e maggiore è la nostra ambizione, ci dicono, meglio è che noi scegliamo il liceo classico o scientifico: a calare, ci viene presentata una piramide di scuole in un contesto in cui spesso più ambizione vuol dire solo le aspettative di genitori più ricchi, convinti anche loro che il liceo apra le porte dell'università e poi dell'appartenenza alla classe dirigente.

A ruota seguono le altre varie separazioni che subiamo, come la pagliacciata della competizione tra le scuole impostaci da Moratti e Gelmini, che porta gli istituti a farsi la guerretta per quattro iscritti in più e due soldi in mancetta.

Quello che noi studenti dobbiamo dire in merito è che questa situazione è iniqua e ci svantaggia. Ci svantaggia perché in questo modo siamo divisi, ci viene detto che abbiamo esigenze e diritti diversi, giusto perché abbiamo programmi diversi, oltre al fatto che possiamo trovarci in imbarazzo a denunciare le mancanze della nostra scuola per senso di appartenenza e per non favorire gli altri istituti: uso il condizionale perché questo è talmente demenziale come concetto che è raro che riesca a pervadere gli studenti, ma è vero del resto che invece fa forte presa sui presidi e alcuni insegnanti.

E' iniqua poi questa divisione perché canalizza rigidamente gli studenti già a tredici anni, destinandoli almeno in teoria a perpetuare una società di classi che mostra oggi nella crisi tutte le sue mancanze, le sue illogicità e le sue ingiustizie. Ciò che dobbiamo fare dunque è unire e far dialogare tra loro gli studenti e far scoprire loro che nella realtà i disagi che abbiamo sono spesso gli stessi, perché vengono da una stessa politica scellerata, contro la quale la soluzione è comune e collettiva.


lunedì 26 settembre 2011

Il raduno dei nazi a Revine Lago

di Niccolò Sion - Treviso

Pubblichiamo questo articolo, anziché accantonarlo, perché crediamo sia importante non dimenticare e tenere sempre alta la guardia. D'altro canto, forse se questo articolo avesse potuto circolare in modo più capillare, le cose sarebbero andate in modo diverso..

Il 12 Marzo 1945, a Revine Lago, ebbe inizio uno degli innumerevoli rastrellamenti da parte delle forze nazi-fasciste a seguito del ferimento di un soldato tedesco. Durante tale rastrellamento venne fatto prigioniero Armando Grava, partigiano e staffetta della brigata “Tollot”. Il giovane, sottoposto prima ad una serie di torture e sevizie e a sanguinosi interrogatori, venne brutalmente ucciso dalle forze nazi-fasciste cinque giorni dopo, il 17 marzo, con una raffica di mitra. Gli esecutori gettarono poi un masso sopra il capo del ragazzo e abbandonarono lì, per strada, il corpo straziato.

Sessantasei anni dopo il tragico fatto le amministrazioni in generale, dal Ministro degli Interni alle autorità locali, non sembrano intenzionate a bloccare il raduno di naziskin in programma dal 2 al 4 settembre 2011 proprio a Revine Lago, dove è previsto l'arrivo di circa 1500 individui. 1500 o ancor più teste che ancora oggi diffondono il credo nazionalsocialista e fascista non attraverso un esclusivo raduno di “nostalgici”, bensì alimentando vivacemente lo scontro sociale, la politica di discriminazione razziale, volta a colpire gli ebrei, gli immigrati o gli omosessuali, ed esaltando le figure di Mussolini o Hitler.

Che fine ha fatto la nostra Costituzione? Che fine ha fatto la Dodicesima Disposizione Transitoria secondo la quale la Costituzione vieta la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del partito fascista e secondo cui, quindi, l'apologia del fascismo è reato costituzionale? Che fine hanno fatto i valori antifascisti diffusi dai nostri padri costituenti? Possibile che il nostro popolo abbia già dimenticato gli orrori di quegli anni che seguirono l'8 settembre 1943 e che oggi sia disposto a tollerare la formazione di simili raduni? Possibile che la festa che ogni anno si celebra il 25 aprile non rinfreschi a tutti la memoria?

No, non credo che tutto ciò sia possibile. Non credo sia possibile tollerare che a Revine Lago, vicino alla città medaglia d'oro per la Resistenza, Vittorio Veneto, venga tollerato lo svolgersi di una simile manifestazione. Non credo sia sufficiente circondare il campo di forze dell'ordine per evitare gli scontri.
Credo, invece, che sia giunta l'ora di soffocare le apologie del Duce, del fascismo o del nazismo attraverso i mezzi pacifici in nostro possesso, quali la legge e la nostra Costituzione.

Non permettiamo ai fantasmi della vergogna, come li definì Piero Calamandrei in questa sua poesia del 1953, di tornare.

Non rammaricatevi
dai vostri cimiteri di montagna
se giú al piano
nell'aula ove fu giurata
la Costituzione
murata col vostro sangue
sono tornati
da remote caligini
i fantasmi della vergogna
troppo presto li avevamo
dimenticati

è bene che siano esposti
in vista su questo palco
perché tutto il popolo
riconosca i loro volti
e si ricordi
che tutto questo fu vero
chiederanno la parola
avremo tanto da imparare

manganelli pugnali patiboli
vent'anni di rapine
due anni di carneficine
i briganti sugli scanni i giusti
alla tortura
Trieste venduta al tedesco
l'Italia ridotta un rogo

questo si chiama governare
per far grande la patria

apprenderemo da fonte diretta
la storia vista dalla parte dei carnefici
parleranno i diplomatici dell'Asse
i fieri ministri di Salò
apriranno
i loro archivi segreti
di ogni impiccato
sapremo la sepoltura
di ogni incendio si ritroverà il protocollo

Civitella Sant'Anna Boves Marzabotto
tutte in regola

Sapremo finalmente
quanto costò l'assassinio
di Carlo e Nello Rosselli
ma forse a questo punto
preferiranno rinunciare alla parola
peccato
questi grandi uomini di stato
avrebbero tanto da raccontare

Piero Calamandrei

mercoledì 21 settembre 2011

L'Editoriale - Ora parliamo noi!

di Alberto Irone - esecutivo regionale veneto della Rete degli Studenti


La discussione estiva sull'approvazione della manovra finanziaria ha registrato un grandissimo assente: i giovani. Nessuna misura a sostegno della fascia d'età dai 14 ai 29 anni, solo alcuni frettolosi capitoli di bilancio per cercare di alleggerire i prossimi neonati di questo Paese dal debito di 31 700 euro ereditato dalle generazioni precedenti.

Con molta prevedibilità, il governo ha deciso di adottare la cara buona vecchia tecnica del “dividi et impera” e, dopo aver diviso col tempo sindacati, lavoratori e opposizione ha tentato addirittura di dividere i padri dai figli con le parole di Giorgia Meloni: “La generazione che ha preceduto quella attuale, vivendo ampiamente al di sopra delle proprie possibilità, ha scaricato su questi ragazzi il costo delle proprie scelte”.

Noi non ci stiamo. Siamo stanchi di restare a guardare dalla finestra chi si arroga di decidere sul nostro futuro, delegittimando le conquiste in termini di diritti dei nostri padri e dei nostri nonni, dalla Costituzione allo Statuto dei Lavoratori.
Siamo finiti nel dimenticatoio della politica, un posto che non vogliamo assolutamente mantenere. Scenderemo in piazza il 7 Ottobre per mostrare a tutti che questo governo dopo l'assassinio della scuola pubblica, sta affondando un intero Paese.
Ora parliamo Noi” è lo slogan adatto: il Paese responsabile, che viene spesso additato come “nullafacente”, “perditempo” siamo Noi.

Pacificamente, con emozione e serenità, incrociando i nostri percorsi e le nostre rivendicazioni con i pensionati e con chi il mondo del lavoro lo vive ogni giorno, saremo ancora più forti. Uniti, non come slogan da urlare nei cortei, ma come spunto per “Vivere degnamente una vita” e per salvaguardare la nostra democrazia, il nostro Futuro, il nostro Paese.

lunedì 19 settembre 2011

Il Mancino rinasce!

Dedichiamo questo primo post del blog del "nuovo" Mancino alla pubblicazione del primo editoriale, a cura di Giulio Benedetti, riguardo le caratteristiche di questa nuova edizione del periodico della Rete degli Studenti del Veneto. Buona lettura!


Perché il Mancino
Perché il movimento degli studenti è uno dei più vasti del Paese: tenerlo unito e sempre informato rappresenta uno sforzo enorme che non sempre le organizzazioni studentesche riescono a compiere. Il Mancino deve essere uno strumento in più a disposizione degli studenti e del loro sindacato per tenere in contatto tante realtà e far scoprire loro di non essere poi così differenti: l'obiettivo è creare una coscienza comune, attraverso il dibattito e l'informazione, partendo dalla realtà dei fatti nella quale si trovano tutti gli studenti.

Chi
Una redazione fissa organizza il lavoro, poi tutti gli studenti che vogliano contribuire sono invitati a farlo con articoli, immagini, lettere, interventi, giochi, interviste, ipse dixit e qualunque forma di espressione che sia stampabile e diffondibile.

Come
La proposta è quella di un Mancino snello, i cui contributi siano brevi ma densi di idee e informazioni: gli articoli non devono superare la singola pagina a4 in formato 12.

Quando
Tendenzialmente ogni tre settimane a partire dall'inizio dell'anno scolastico, preferibilmente però il più spesso possibile.

Contenuti
Oltre ai contributi liberi degli studenti, la proposta “standard” della redazione prevede:
Editoriali: a cura della redazione o dei delegati della Rete degli Studenti
Articoli: degli argomenti e generi più vari
Interviste: a singoli studenti, per divulgare e condividere singole esperienze dalle città, anche fuori regione.
Rubrica “Che fare? Idee per l'Azione”: piccola finestra sulle necessità pratiche dell'organizzarsi: chi ha voglia di impegnarsi, può farlo.
Giochi: di carattere vario
Ipse dixit: raccoglie le frasi e le note dei professori, come inviate dagli studenti.

Blog
Accanto all'edizione cartacea, verrà aggiornato il più spesso possibile anche il blog, che raccoglierà una scelta degli interventi in via di pubblicazione e avrà frequenti riferimenti su facebook.

Dalle parole all'azione
Il Mancino è il periodico della Rete degli Studenti Veneto, il sindacato studentesco della nostra regione: ecco perché denunciare qui, davanti a tutti gli studenti, un problema è il primo passo per risolverlo. D'altro canto, la Rete mira a difendere i diritti di tutti, dando forza al movimento studentesco: è per questo motivo che ognuno può scrivere e commentare aspettandosi di venire pubblicato.

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Che fare – Idee per l'azione

Questa rubrica sarà dedicata, numero dopo numero, a tutte quelle persone che credono, come noi, che si possa ottenere molto lavorando uniti, dal basso, ognuno nella propria realtà.

Inauguriamo questa prima edizione invitando chiunque volesse a prendere parte al progetto del Mancino, impegnandosi nella redazione: abbiamo bisogno di una mano per organizzare e coordinare il lavoro. Si tratta in sostanza di dare una mano nel ricevere gli articoli, tenere i contatti, aiutare nell'impaginazione e nell'organizzazione della distribuzione.
Per chi fosse disponibile → mandate una mail a ilmancino@infinito.it

lunedì 14 febbraio 2011

È molto facile indossare i paraocchi. Li si indossa dalla mattina alla sera e si inizia a pensare strettamente alla propria vita e solamente agli avvenimenti che sono collegati ad essa.

Senza porsi molte domande si esegue la routine quotidiana e si impostano i giorni, le settimane ed i mesi tenendo conto di noi stessi. Noi stessi e basta. Attorno a noi si costruisce quindi un mondo riservato. Fatto da noi e da quei pochi con cui siamo in contatto, famiglia, amici, conoscenti. Pochi. Qualche centinaio forse. Quel che accade attorno a noi non ci riguarda e non ci deve riguardare, sia mai che l'esterno ci distragga dai nostri obbiettivi. Eliminiamo dunque le forme di disturbo. Non leggiamo i quotidiani, non ci interessano, nemmeno li raccogliamo se li troviamo abbandonati in autobus e treni. Non leggiamo la saggistica, pone troppi problemi, meglio qualche bel romanzo avventuroso o letteratura esistenzialista concentrata sui problemi del singolo. I telegiornali non li guardiamo, tanto, come dicono quegli invasati che si dedicano alla politica, sono tutti traviati e deviati a seconda di chi li dirige. E poi, abbiamo talmente tanti problemi a cui pensare per conto nostro che, se dovessimo pure preoccuparci di quelli degli altri, staremmo freschi. Inoltre con tutto quello che c'è da imparare, perché dedicarsi alla cronaca ed alla politica? Tanto la cronaca è sempre cronaca nera e la politica...in politica sono tutti uguali, tutti vermi uguali. Quindi a votare neanche ci andiamo; del resto cosa potrebbe cambiare? Voto più, voto meno. Sempre ad alzare le tasse stanno. Viviamo il presente, noi. Mica ci facciamo tanti problemi mentali su quali sono le nostre origini e la nostra storia. I momenti liberi meglio dedicarli al riposo completo, sono sempre più rari e bisogna goderne.

Qualcuno, probabilmente, la pensa proprio così. Magari nemmeno se ne accorge, troppo impegnato a porre sé stesso come il centro della propria vita, ignorando il mondo che lo circonda. Penso che sia una forma di qualunquismo. Qualunque cosa, purché non danneggi la mia vita. Qualunque cosa, purché non mi distragga dai miei obbiettivi. Qualunque cosa.

C'è un mondo al di fuori della nostre triste vita. Un mondo che ci aspetta, un mondo pieno di avvenimenti, cose, persone, culture. Un mondo da migliorare, certo, ma pur sempre un mondo vasto, non le quattro mura degli edifici che siamo soliti frequentare, non la cinquantina di persone con cui abbiamo rapporti stretti e le altre poche centinaia che conosciamo superficialmente. Un mondo sicuramente migliore di quello che ci siamo costruiti adottando come centro unicamente la nostra persona.

sabato 8 gennaio 2011

SE CREARE UN'IDENTITA' D'ISTITUTO AIUTA GLI STUDENTI AD AVERE UNA COSCIENZA POLITICA

In questo articolo non cercherò di convincervi ad agire in questa o in quella maniera ma mi limiterò a riportare ciò che è successo nella mia scuola nelle ultime settimane .

Il 13 Dicembre abbiamo cercato di occupare il nostro edificio; mezz'ora prima del suono della campanella il vicepreside ha fatto fuggire gli occupanti e ci siamo ritrovati in quattro.
Quando è arrivato il resto della scuola abbiamo deciso di creare un corteo non autorizzato, per la prima volta per una scuola sola nel centro storico di Venezia; per la strada ci siamo inventati cori sulla nostra scuola e occupando il ponte di Rialto, abbiamo conquistato i giornali cittadini: tutta la scuola assieme. Il giorno dopo avevamo organizzato con la rete un corteo in città e noi del liceo Benedetti abbiamo portato la maggioranza della scuola, creando un nostro spezzone. La forza e la voglia di farci riconoscere come liceo Benedetti è rimasta anche dopo la manifestazione e spero possa riprendere a Gennaio. Sono sicuro che se non avessimo puntato sulla nostra identità come scuola la risposta sarebbe rimasta scarsa.

Non so se sia un caso fortunato ma vi consiglio, a voi ragazzi attivi nelle scuole, di puntare anche alle cose che ci stanno più vicine, nell'immediato domani o che forse sono più lampanti agli studenti, bisogna far capire che la riforma è adesso non falcerà soltanto "quelli che vengono dalle medie"; è solo partendo dalle piccole e semplici cose che si riesce a far aprire gli occhi su quelle grandi.
Non so se questa cosa valga anche dalle altre parti, tengo conto che nella mia scuola siamo 600 e ci conosciamo bene o male tutti, ma da due settimane a questa parte sono un po' più contento di entrare a scuola e ora in corridoio posso parlare anche con chi non ho mai parlato.



Giovanni Bortolami "Nanne"

domenica 12 dicembre 2010

Il Nuovo Fascismo


"ROMA- Su YouTube non è più possibile consultare e ascoltare i video dei «99 Fosse», gruppo musicale neonazista che, nelle sue cover di canzoni famose, inneggia, tra l'altro, allo sterminio degli ebrei. I file sono stati infatti oscurati.
In base ai primi accertamenti svolti dalla polizia postale, che ha inviato un'informativa alla procura di Roma e che già da alcuni giorni stava cercando di risalire ai responsabili della pubblicazione dei video, ci sarebbe un italiano, o un gruppo di concittadini, dietro i video neonazisti pubblicati su You Tube. I filmati - sottolineano fonti investigative - sono stati rimossi dagli stessi utenti che li avevano inseriti, probabilmente nel momento in cui la notizia è diventata di pubblico dominio, per evitare che si potesse risalire a loro. Al momento le indagini hanno consentito di accertare che si tratta di utenti italiani, anche se per stabilire con certezza la loro identità serviranno ulteriori accertamenti, possibili anche grazie all'analisi dei dati che i provider forniranno nelle prossime ore agli investigatori. Se i video sono scomparsi, su YouTube sono però rimasti i testi delle canzoni: la polizia postale ha già chiesto ai gestori di YouTube Italia - che dipendono dalla casa madre americana - di rimuoverli. Cosa che dovrebbe avvenire nelle prossime ore senza che si intervenga con un provvedimento dell'autorità giudiziaria"

Questo è un articolo del Corriere della Sera del 19 novembre 2008.

A Padova due sere fa si è tenuto l'originale spettacolo "Negri, Froci, Giudei e Co.", scritto e presentato da Gian Antonio Stella (autore del libro "La casta") e Gualtiero Bertelli. Uno show di musica e racconti estremamente coinvolgente che vuole farci entrare in una visione a 360 gradi di quella che i creatori definiscono "L'eterna guerra contro l'altro".

Proprio in questo spettacolo sono stata personalmente colpita alla vista di alcuni video riportati dalla compagnia: in questi video, sullo sfondo delle fotografie, anche famosissime, che riprendono gli atti di violenza nazisti, scorrevano i testi storpiati di canzoni famose, come "Gianna" di Rino Gaetano, nelle quali si inneggiva apertamente all'odio razziale, allo sterminio degli ebrei e alla grandezza dei più noti capi del nazismo. Video creati appunto dai "99 fosse", gruppo cover neofascista.

Personalmente, vedendo tutto ciò, ho sentito un profondo senso di nausea, di disagio, come se fossi stata io stessa a creare qualcosa di così volgare e violento.
E questo perchè sono proprio dei giovani, se non dei giovanissimi, a creare questi terribili monumenti alla forza del movimento nazista e fascista.

Il giorno seguente, ieri, aprendo il canale di You Tube sono stata tentata di controllare. Alcuni video ci sono ancora. Con grande paura ho acconsentito a sentire con un mio amico incredulo un'altra delle loro canzoni, e non so descrivere la rabbia che mi son sentita.

Questo mi fa pensare. In Italia non esiste una legge che impedisca la creazione, o almeno la diffusione, di questo materiale, e ciò è senza alcun dubbio terrificante, se pensiamo che è l'italia il paese che ha creato il fascismo. In altri paesi europei, e non solo, la propaganda razziale viene punata con la galera anche fino a 8 anni.
In Italia le multe, secondo la costituzione, vanno fino al milione di lire per la creazione di un movimento o un partito che riporti l'idea fascista e fino a 3 anni di reclusione per atti razzisti.

Sinceramente non ho mai sentito di qualcuno a Rosarno, o a Brescia, che sia finito in carcare per tre anni per aver picchiato un extra comunitario.

Ho voluto scrivere questo pezzo per esporre la mia preoccupazione, informarvi della presenza di queste espressioni di violenza razzista che ancora non si bloccano neanche di fronte a denuncie, e per porvi un altro questito.
In Italia esiste il reato APOLOGIA DEL FASCISMO: Cioè l'esaltazione sopra a ogni cosa delle idee di questo movimento. Dove finisce la libertà di espressione e dove inizia il vero reato?

Grazie