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lunedì 14 dicembre 2009

11 dicembre in piazza con i lavoratori della scuola

Dopo le numerose manifestazioni di quest'anno, sentite e appoggiate da enti di tutta la nazione, la Rete degli Studenti Medi in concomitanza con la manifestazione dell'FLC CGIL -la sezione del sindacato dei lavoratori che difende i diritti dei cosiddetti "Lavoratori della Conoscenza", presidi, insegnanti delle scuole primarie e secondarie, professori universitari, personale ATA, ricercatori ecc - è tornata in piazza l'11 dicembre 2009 contro i provvedimenti del governo per l'istituazione scolastica. Ricordo tra questi il licenziamento di migliaia di insegnanti precari, il taglio di 8 miliardi di euro alla scuola pubblica e l'appiattimento dell'offerta formativa dei vari istituti, che si vedono costretti a rinunciare a laboratori e specializzazioni.
La collaborazione di questi due soggetti è fondamentale in questo momento, poichè se il pensiero di molti è che l'anno scorso ci sono state le manifestazioni più visibili e incisive, che comunque non hanno riportato grandi risultati, è vero invece il contrario, e cioè che il protarsi del nostro opporci a queste riforme è in realtà l'arma più potente che abbiamo ora, vivendo la più grande mobilitazione della storia della Repubblica. Soprattutto dobbiamo proseguire con attività e dimostrazioni con costanza, poichè accompagnamo alla protesta le nostre proposte per una scuola migliore, per una migliore gestione dei fondi, dell'edilizia, della didattica. Per una maggiore libertà nelle nostre scuole. Le fondamenta su cui costruire qualcosa di nuovo e diverso, più completo e conforme ai nostri desideri non sono le opinioni dei politici né le opinioni dei soldi, ma i sogni e la volontà di chi la scuola la vive giorno per giorno.



Arianna
(per gli studenti di Padova)

giovedì 10 dicembre 2009

TyssenKrupp: la nostra rabbia arde come 2 anni fa

Nella notte tra il 5 e il 6 dicembre 2007 sette operai bruciavano vivi nella sede di Torino delle acciaierie TyssenKrupp per una fuoriuscita di olio bollente, al momento dell’incendio i lavoratori cercano di salvarsi usando il telefono d’emergenza che però non funziona e gli estintori, che in quel momento scoprono essere scarichi.

Altrettante famiglie perdono così i loro cari stravolti per giorni in ospedale dal dolore immenso delle ustioni.

La rabbia, il dolore per chi ha perso la vita in una tragedia così orrenda, le vittime molto giovani, alcune poco più ventenni prendono lo spazio per qualche mese nei giornali, nelle tv, nei discorsi dei politici di tutta l’Italia.

In un mare di polemiche si apre il processo all’azienda per omicidio colposo e un risarcimento alle famiglie, quella strage ora si fa largo tra infiniti cavilli burocratici e giudiziari e non si sa se mai i colpevoli pagheranno.

Il mondo non si è fermato all’incidente TyssenKrupp, nonostante gli appelli dei professionisti della politica le parole non sono state seguite dai fatti, ogni anno 1.500 lavoratori muoiono nelle fabbriche, nei cantieri e si consuma una tragedia che non sembra avere fine, pagata solo da chi lascia la propria vita nella fatica quotidiana.

Oggi non ne parla nessuno di questo anniversario, forse troppo scomodo o forse perché non fanno più notizia queste ricorrenze, meglio coprire una verità che l’Auditel non premia.

Noi oggi li vogliamo ricordare, siamo al fianco dei familiari che non si sentano soli in questo giorno buio, sappiano che c’è chi ricorda e non dimenticherà mai.

Siamo insieme ai lavoratori, insieme a loro esigiamo condizioni di lavoro umane, insieme a loro continueremo una lotta che è comune e giusta e che ci vede vicini, nelle piazze, nelle scuole, nei luoghi di lavoro.

Mai ci tireremo indietro.

Da quel 2007 non è cambiato nulla ma non è mutata la nostra memoria, non è diminuita la nostra rabbia.


Antonio Schiavone, 36 anni
Roberto Scola, 32 anni
Angelo Laurino, 43 anni
Bruno Santino, 26 anni
Giuseppe De Masi, 26 anni
Rosario Rodinò, 26 anni
Rocco Marzo, 54 anni



3skA

Stato, Scuola e Laicità

Nel progredire del generale processo di chiusura tradizionalista che sta contraddistinguendo i vertici della nostra politica regionale e nel complesso anche una cospicua parte della nostra società, ancora una volta la religione ricopre un ruolo essenziale. Sempre più spesso possiamo udire proposte concernenti questi temi, quali “l’ora obbligatoria di religione cattolica nelle scuole” o “la reintroduzione del crocifisso nelle classi” a carico in particolare la prima dell'assessore regionale alle politiche dell'istruzione Donazzan e la seconda della Lega Nord. Tutto questo a nome della radicate tradizioni cristiane che hanno da sempre contraddistinto (a volte nel bene, molto spesso nel male) la storia del nostro Stato e dell’Europa intera. In un’epoca in cui il revisionismo storico appare un processo normale e naturale, dimenticare le cose passate è un errore in cui è facile incappare. Una di queste è senz’ombra di dubbio la nostra costituzione, che sancisce la libertà di OGNI cittadino a professare liberamente il proprio credo o fede religiosa, qualunque essa sia. Proposte come quelle avanzate dal centro destra vanno chiaramente a ledere questi diritti, nonché a creare un sempre maggior stato di assenza di integrazione. Riteniamo che sia di massima importanza preservare l’ideale, ritenuto basilare sin del primo ‘700 con lo sviluppo del pensiero illuminista, per il quale la religione non debba essere un argomento trattato, né tantomeno imposto dallo Stato, bensì un scelta personale ed esclusiva di ogni cittadino, il quale possa scegliere tanto di essere laico, quanto di possedere un determinato credo. L’ora di religione cattolica obbligatoria e la reintroduzione del crocifisso nella classi sono proposte antidemocratiche, lesive del diritto alla laicità o a professare una diversa fede, simboli di una grave mancanza di integrazione. Questo perché lo Stato è una struttura laica, e scuola e istruzione ne sono un apparato fondamentale, perché è essenziale favorire l’integrazione e lo scambio culturale e per preservare un diritto fondamentale di tutti i cittadini. Noi proponiamo una scuola laica, che accetti e rispetti ogni credo senza imporne uno, che riconosca la libertà di ognuno a professare una qualsivoglia religione e che rispetti democraticamente il parere e l’opinione di TUTTI gli studenti facenti parte di essa. Infine riteniamo che le nostre scuole dovrebbero fornirci un grado di apertura mentale e culturale di gran lunga superiore a quanto riescono a dimostrarne i fautori di proposte tali.

SaX
(per gli studenti vicentini)

Il Malvagio Libretto Nero

In questi giorni,gli studenti della provincia di Vicenza si sono visti comparire in classe un opuscolo riguardante il crollo del muro di Berlino, questo riportava una visione della storia estremanete faziosa, omettendo volontariamente eventi rilevanti per una visione completa delle vicende relative al 1989.

Il fatto più scandaloso è che la Regione Veneto ha speso 15.000 euro per questo progetto.

L'assessore regionale Elena Donazzan ha difeso la natura ideologica di questo progetto di fronte a studenti e docenti.

Come Studenti non possiamo accettare che i finanziamenti regionali all'istruzione vengano impiegati per la pubblicazione di tali contenuti, quando da anni servirebbero fondi, per esempio, per ridurre il costo dei libri di testo e aumentare il numero di studenti che possano usufruire del comodato d'uso gratuito.

Prendendo atto delle affermazioni dell'assessore Donazzan, la Rete degli Studenti Medi ha comunicato che farà pervenire all'assessorato le sue proposte sulla scuola, facendo notare con un progetto proveniente dagli studenti delle sette provincie, uno a settimana a partire da ora fino a febbraio, le problematiche e le proposte degli studenti del Veneto.

La situazione sui nostri banchi sta peggiorando anno dopo anno in vista anche dei tagli operati dal governo all'istruzione, chiediamo una migliore ottimizzazione delle risorse regionali e che i progetti di chi veramente rappresenta gli studenti vengano accolte.