A tutti gli studenti:

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domenica 25 aprile 2010

Il 25 aprile Bella Ciao non si censura!!!!!!!!!


Come sindacato studentesco da sempre antifascista, la Rete degli Studenti Medi esprime tutta la sua indignazione per l´ennesima strumentalizzazione politica del 25 Aprile attuata dal Sindaco di Mogliano Veneto (TV).

Non possiamo accettare il comportamento del dott. Azzolini, che con facile ed impensabile ignoranza liquida "Bella ciao" come "canzone non nazionale" sostituendola con la "Canzone del Piave" nel nome di un errato senso di appartenenza territoriale che non considera assolutamente la Storia.

Ricordiamo al Sindaco Azzolini che "Bella Ciao" non è una canzone di parte, ma la canzone di tutti i combattenti per la Liberazione.

Il dott. Azzolini ha il dovere di amministrare la sua comunità nel nome di questi valori, su cui si fonda la nostra Repubblica e non ha alcun titolo per cancellare con tanta facilità i valori di tutti gli italiani ed in particolare dei Veneti.

Ci auguriamo che siano finite le ignoranti ed ignobili speculazioni politiche.


Diversamente saremo noi a dire ancora una volta "NO PASARAN!"



Andrea Pittarello


Delegato nazionale della Rete - memoria storica e Costituzione

Live from Perugia's International Journalism Festival

La redazione de "Il mancino" è all'International Journalism Festival di Perugia. Un'eccezionale kermesse di giornalismo che ha avvicinato giornalisti da tutto il mondo dal 21 al 25 aprile.

Nella foto da sinistra a destra: Francesca Bortot, Francesco Langher, Arianna Vietina e Valentina Mazzoni nella sala stampa del ijf 10.

venerdì 23 aprile 2010

Verona - 100 € a persona per i corsi di recupero: "La scuola non ha soldi"


Studenti sul piede di guerra, genitori che hanno votato sì «perché non c'era alternativa», e un preside che si giustifica prendendo in mano il bilancio degli ultimi tre anni: «Dunque, i nostri crediti nei confronti dello Stato arrivano a 100 mila euro. Cos'altro posso fare?».


Istituto Enrico Fermi di Verona, un tecnico professionale di solida tradizione, che ha sfornato provetti odontoiatri e preparati bio-chimici.

Ma da qualche anno le cose stanno franando, tanto che la scorsa settimana i genitori si sono visti recapitare una circolare con cui si informa che i corsi di recupero estivi, per chi ne avrà bisogno, saranno a pagamento. E saranno cari: 100 euro a persona.

«Non esiste, il preside sbaglia non può far pagare a noi il problema che ha con lo Stato - si indigna Alessandro Sorio della Rete degli Studenti - E mi chiedo: ma quanto costano questi corsi? Come vengono gestiti i soldi?».

Stamattina è previsto un volantinaggio in istituto, poi l'idea degli studenti è mettersi in contatto con le altre scuole.

Perché a Verona come altrove i «contributi volontari» a carico delle famiglie lievitano di mese in mese.

Sabato scorso genitori e studenti sono scesi in piazza per denunciare che «la scuola pubblica va a rotoli».

Prima i soldi chiesti all'atto di iscrizione, ora anche per i corsi durante l'estate.

Corsi che la scuola deve attivare, ma a cui non è obbligatorio partecipare: «Gli studenti però li frequentano, è il modo migliore per prepararsi all'esame di settembre», dice Alessandro.

Ma, certo, 100 euro è una bella cifra, non è detto che tutti possano permettersela, anche perché i crediti accumulabili sono tre prima della bocciatura.

«Il contributo rappresenta un motivo in più per gli studenti per impegnarsi a raggiungere la sufficienza», si augura il dirigente Antonio Ciampini nella circolare inviata ai genitori.

Ma non è difficile capire che chi accumula più crediti, spesso, è anche lo studente più debole socialmente, probabilmente quello che meno può permettersi di pagare i corsi.
« Abbiamo detto sì a malincuore ma non c'era alternativa.

La scuola soldi non li ha e francamente pagare il corso di recupero è il minimo - dice Elisabetta Dell'Aera, presidente del Comitato genitori - la mia preoccupazione è un'altra: che succede se si rompe una macchina dei laboratori? Chi paga? Quest'anno ho chiesto che venisse messo nero su bianco quanto dovrebbe essere il contributo volontario dei genitori perché la scuola possa vivere con agio.

La risposta è stata: 400 euro a persona. Ho detto tutto». All'inizio dell'anno, invece, i genitori del Fermi pagano 270 euro, 210 chi si iscrive alla prima classe.

«In questo modo recuperiamo 140 mila euro all'anno, tutti soldi che utilizziamo esclusivamente per acquistare materiale per i laboratori.

Faccio presente che tenere in piedi una coltura di batteri costa 16 mila euro. - spiega il dirigente Ciampini - I conti sono questi: un corso di recupero costa 900 euro, i ragazzi sono in media 9 a corso. Ecco spiegati i 100 euro».

Non gli piace questa storia, chiedere soldi alle famiglie pesa anche a lui: «Ma sono un servitore dello Stato, non voglio esprimere giudizi».

I bilanci però sono lì, e gridano vendetta: la scuola aspetta ancora i soldi per gli esami del 2008.

«Non per vantarmi, ma questa è una scuola che ha sfornato eccellenze - dice Ciampini - E per garantirle i soldi servono.

Fino all'anno scorso spendevamo anche 50 mila euro per i nostri laboratori. Quest'anno 10 mila».

La storia del Fermi mette in evidenza la vera emergenza dei tecnici e dei professionali: gestire una scuola che deve offrire una formazione anche pratica costa di più. Proprio questi istituti, che tradizionalmente intercettano un'utenza più difficile, finiscono per chiedere contributi più salati alle famiglie.

«Una vera e propria tassazione indiretta, che dovrebbe essere calcolata quando il governo dice di aver tagliato le tasse», sottolinea la responsabile Flc Cgil di Verona Anna Paola Marconi.

Il ministro dell'Istruzione Maristella Gelmini aveva definito la pratica dei contributi volontari «lamentosa» e aveva annunciato per il prossimo anno lo stanziamento di 10 milioni di euro: peccato che i crediti delle scuole siano arrivati a circa 1 miliardo e mezzo.

Cinzia Gubbini

Da "Il Manifesto" 21/04/2010

giovedì 15 aprile 2010

Sulla riforma: ieri, oggi e domani


Dato che la prima critica al Mancino Veneto è stata quella di non parlare abbastanza della Gelmy e le sue riforme, e dato che ho un po' di tempo, cercherò di mettere insieme quelli che ritengo i 4 elementi che stanno destrutturando la scuola pubblica, che sono: Decreti Gelmini, annunciati 2 anni fa, e in buona parte ancora bloccati, PDL Aprea, DDL Cazzola e riordino delle scuole superiori.

Ricordo prima di cominciare che in questo pezzo sto parlando in particolare delle mie impressioni e delle mie idee, basandomi su ciò che più mi è rimasto impresso del tema.

Due anni fa con l'avvento del Ministro della Pubblica Istruzione MariaStella Gelmini si è dato il via alla "riforma delle scuole" di cui si sentiva un grande bisogno. La politica adottata può basarsi sulla parola "risparmio": si è proceduto a tagliare di qua e dì sulla scuola, inizialmente su tutte, poi solo sulla pubblica, per la quale erano previsti 8 miliardi di euro in meno nei prossimi 3 anni. Già quest'anno il disastro: docenti e supplenti non pagati, assenza del materiale primario, riparazioni che non vengono effettuate, scandali di enormi vuoti nel bilancio di ogni scuola, dalle più prestigiose alle meno conosciute. Ed è solo l'inizio! I famossissimi decreti Gelmini che hanno intasato radio, tv e giornali portavano una serie di provvedimenti uno più grosso dell'altro: a cominciare dai grembiulini e il 5 in condotta, il maestro unico, fino al massiccio licenziamento di docenti e personale, giudicati "inutili". E pensare che l'Italia ha sottoscritto il 2° obbiettivo del millennio che si impegna a promuovere l'educazione primaria universale entro il 2015!
Dopodichè c'è stata la mazzata del PDL Aprea. Con due rapide mosse si promuoveva per eliminare la rappresentanza studentesca e privatizzare le scuole, un paio di procedimenti legati a doppio filo grazie al massiccio taglio di fondi di cui ho scritto sopra.
Queste proposte sono state congelate, ma non è ancora detta l'ultima parola.
Eccoci infatti quest'anno con il DDL Cazzola, che riporta l'obbligo scolastico ai 15 anni, permettendo magari di fare l'ultimo anno (quindi fino ai 16) di apprendistato, stage lavorativo. Naturalmente a gratis.
Un'altro tentativo di svalutare il valore della scuola e portarci a lavorare prima del dovuto dato il periodo di crisi in cui stiamo vivendo? A mio parere si. E sinceramente non ci sto.
L'ultima, il riordino delle scuole superiori. Licei stereotipati, appiattimento dell'offerta formariva, eliminazioni di attività extra, laboratori e di ogni peculiarità delle singole scuole. La questione mi tocca parecchio perchè frequento un liceo artistico sperimentale, unico nel suo genere, l'unico in italia, che dall'anno prossimo sarà una modica scuoletta che insegnerà ai suoi alunni "architettura e ambiente". Privandosi della varietà che finora l'aveva caratterizzato.

In poche parole ho cercato di riassumere il mio pensiero al riguardo, ma ci tengo a concludere così:
io credo nella scuola, credo nei giovani e nei mie coetanei, ma soprattutto credo nei ragazzi più piccoli, che se avranno le palle ne diranno tante al governo per questi provvedimenti, così tante che meriteranno la scuola migliore del mondo. Tutta l'Europa investe nella scuola, è uno dei settori più finanziato, mentre in Italia vi è destinata una parte così misera che sinceramente mi vergogno di promuovere il mio paese come il paese della cultura e dell'arte. Il Gran Capo discorre tanto della bellezza dell'Italia, del suo sole, ecc ecc, ma come pensa di reastaurare le sue belle opere chiudendo le due scuole di restauro più importanti del paese? Come pensa di salavare i paesaggi, la bellezza natuarale, finanziando il nucleare e la guerra? Come pensa di sconfiggere il cancro tagliando tutti i fondi per i ricercatori? E la crisi economica? Si esce dalla crisi senza cervelli preparati?
E' stato dimostrato statisticamente che quando uno stato finanzia l'istruzione il ritorno economico del paese sale a livelli esorbitanti.
Cosa aspettiamo a usare il cervello?
Spero di poter parlare di queste cose con voi, scrivete, commentate, criticate.
Ciao!

Ary
Studentessa di Padova

mercoledì 7 aprile 2010

RETE STUDENTI: COTA E' SCONCERTANTE

"La Rete degli studenti reputa inaccettabili le dichiarazioni del neo-governatore del Piemonte, Roberto Cota, che a proposito della Ru 486 ha oggi detto che «può benissimo restare nei magazzini»: secondo Sofia Sabatino, portavoce nazionale dell'associazione studentesca, si tratta di dichiarazioni che «lasciano sconcertati: per l'ennesima volta - sostiene la rappresentante degli studenti medi - si costruisce una polemica sulla pelle delle donne, in particolare su quelle giovani, strumentalizzando a fini politici questioni delicatissime».

«Cota - continua Sabatino - sta mettendo in piedi una sua personale crociata sulla pillola abortiva, gettando nel tritacarne mediatico i problemi delle donne, stracciando e stravolgendo una realtà estremamente complessa, fatta di storie e scelte sempre difficili e dolorose».

Secondo la portavoce della Rete degli studenti, a pagare il prezzo di questo mutamento culturale sarebbero «soprattutto le ragazze che incrociamo tutti i giorni nelle scuole, ai quali non vengono offerti modelli di riferimento e soprattutto a cui non viene consentito l'accesso a informazioni base sulla propria condizione e sul proprio corpo».

Sabatino ricorda i dati che segnalano l'aumento continuo di aborti tra le giovani e le giovanissime (dai 14 ai 16 anni), parla di «assenza totale di prevenzione di educazione alla sessualità nelle scuole medie e medie superiori» e per questo ritiene che «i veri problemi sulla salute e sui diritti della donne vengono oscurati da polemiche come quella messa in piedi da Cota».

«Come studentessa e portavoce del sindacato studentesco - sottolinea - mi sento di rivolgere un appello affinchè le donne siano in grado di riprendere la parola sulle questioni che ci riguardano. Le ragazze di oggi sentono un grande bisogno di non sentirsi sole e relegate nei ruoli - conclude la portavoce nazione della Rete degli studenti - a cui vengono designate dalla narrazione della realtà dominante»."

www.unita.it

martedì 6 aprile 2010

Eppure resistiamo....

Non ce la farete mai! Ma per che cosa vi impegnate così tanto, quando alla fine non importa a nessuno di ciò che fate? Ma seriamente credete di poter cambiare qualcosa?


Si, lo crediamo, e ci muoviamo, e per sempre ci muoveremo, contro tutto e tutti.

Siamo giovani e in quanto giovani non riusciamo a tollerare l’adeguarsi costante a un modo di agire conformato, non possiamo sopportare la rassegnazione degli altri ragazzi nei confronti di un mondo comodo perché riduce il loro agire allo stato di semplici oggetti. Combattiamo adesso e combatteremo sempre, urliamo ora le nostre idee e continueremo a urlarle.

Troppe volte ci siamo sentiti dire che “a conti fatti” il nostro operato è inutile, o comporta anzi solo fatiche e futili impegni. Ma non è così.

Vogliamo dare un segnale, forse prima di tutto a noi stessi e successivamente agli altri, perché sappiamo che i nostri fini potrebbero sembrare utopici in molte delle cose che facciamo, ma almeno possiamo dire: “Noi ci proviamo!

Ed è così, perché è nostro compito e dovere di sognatori, e soprattutto di giovani, sperare e muoversi insieme per ottenere sempre qualcosa di più.

E’ vero, forse non ci riusciremo mai, forse le nostre parole sono solo gettate al vento, ma non riusciamo e non riusciremo a tollerare mai il degrado che ci troviamo costantemente davanti agli occhi, e per questo continueremo ad urlare, a gridare, a combattere per i nostri diritti, contro l’ingiustizia che regna sovrana e contro la nostra generazione che preferisce adeguarsi piuttosto che pensare con la propria testa.
 
 
uno Studente trevigiano
da "la Venticinquesima ora"
giornalino d'istituto del liceo "Canova"

venerdì 2 aprile 2010

Eh, i giovani di oggi...

Stufa di ascoltare commenti che cominciano con questa frase vorrei porre il mio punto di vista, condivisibile o meno, sui giovani d'oggi, di cui ancora mi sento parte, intendiamoci. Trovo i miei coetani in maggior parte stolti, pigri, facili alla noia, poco reattivi, con interessi limitati, abbindolati dal primo idolo stramaledetto per rendersi ridicoli parlando di futili cose, come programmi televisivi, inconsistenti eventi fatti di sballo e ancora noia, nei confronti del mondo e della scuola. Come se il mondo che hanno dentro di loro fosse estremamente più ampio e grandioso di quello fuori, ma non con consapevolezza e maturità, bensì con egoismo ed egocentrismo. L'odio per la scuola soprattutto è una cosa che non posso sostenere. Anche a me può capitare di alzarmi la mattina e pensare pigramente che è una gran rogna muoversi fino a quell'edificio e trascorrervi sei, sette, forse otto ore, ma questo non mi toglie il sorriso nel varcare il cancello carcerario che mi separa dalla scuola. Me la sono scelta, la voglio vivere appieno, e se mi scopro a lamentarmi il mio primo pensiero è "Perchè mi sto lamentando?". Dicono che la gioventù di oggi è una gioventù andata, bruciata, ma a questi commenti mi sento offesa.
E' vero, siamo deboli ed emotivi, ed è stato studiato come non riusciamo più a scindere in piani il vero e il non vero, ad avvicinare l'idea di successo all'idea di fatica e lavoro e di come ciò che chiamiamo benessere ci allontana dai nostri vicini, in una lotta di supremazia che neanche i leoni nella savana sono tanto agguerriti.
Ma le nostre differenze con le generazioni passate non sono solo un'infinita lista di vizi, ma un vigore che è sempre stato sepolto dalla migliaia di stupidaggini, gingilli e giocattoli con cui siamo cresciuti.
Basta accendere la televisione su un canale qualsiasi, ed eccolo lì il mistero. Intontiti, inebetiti, come il muschio, le bestiole parassite, come zanzare appiccicate alla pelle che non fanno in tempo a leccare l'ultima goccia di sangue che eccole schiacciate.  Il perchè i giovani di oggi appaiono così diversi e così strani nelle loro mode e manie parte da lì. Modelli e idoli, costruiti a regola d'arte per fotterci il cervello, e perdonatemi il termine ma è proprio così. Mio fratello passa le sue giornate sullo schermo, mi parla di persone che non conosco, di storie inverosimili e mi attira anche quando attacca a descrivere quel che tanto gli piace. Il sogno crolla quando mi dice che vuole fare il calciatore.
La nostra società ci porta in un controsenso grottesco. Da una parte il nostro restare a uno stadio fanciullo, facile, accuditi da mamma e papà finchè soldi ne hanno e pronti a lanciarsi nelle promettenti carriere di calciatore, presentatore, velina, ballerina, puttana, senza che il mondo ci possa impedire niente, sicuri di avere il nostro impiego ben stipendiato con uno schioccar delle dita. Dall'altra parte il vortice frenetico della novità, le avanguardie tecnologiche, le notizie da ogni parte, da ogni dove, vere, false, cosa importa? Ci sono e circolano nel nostro cervello come degli sciami di cavallette ingorde, e la nostra testa si riempie di violenza, spaesamento, pornografia, la nostra mente non è in grado di scindere, è tutto reale.
Un ragazzo su 10 dall'adolescenza ai 20 anni  non prova impulsi sessuali, si eccita davanti a qualche filmino o incontro in chat, ma non andrà mai a cercare una donna, i piani del sesso e dell'affettività sono due mondi distinti. Vai da un ragazzino qualunque e digli che per avere soldi e benessere deve lavorare, ti guarderà come se ti fosse spuntato un broccolo tra le sopracciglia. Va da una ragazza e spiegale che non deve sempre dire di si a tutto e ti risponderà che se dice di no verrà messa da parte, umiliata, presa in giro, giudicata diversa, dire di no a un ragazzo, come a una droga, al fumo, all'alcol, è sbagliato. Se non lo fai sei fuori dal giro. Prova a chiedere cosa sono i Diritti Umani, i Principi Fondamentali, la Costituzione, niente sapranno risponderti indietro, ma se vuoi c'è sempre da riassumere gli ultimi quattro anni del Grande Fratello.
UN AFFRONTO PER LA MENTE UMANA!
Bambini cresciuti senza una cognizione di cosa sia un diritto, un dovere, un bisogno vero, la responsabilità, che crescono in un mondo in cui o hai le palle o sei morto, con un idolo come il Cavaliere che può far tutto, la nuova favola per farli dormire, un Cavaliere che se ne frega delle leggi, se ne frega di cosa è bene o male, dell'etica, della lealtà, fa solo ciò che gli interessa e guarda che potere! Fai come lui, piccolo mio, e avrai successo!
Dopo questa carrellata, sento di dovermi scusare. Ciò che ho detto lo penso, ma non è vero.
Questa società l'ha fatta Lui, l'hanno fatta i grandi, gli adulti. Noi dobbiamo creare la prossima. Se noi ragazzi riusciamo a svincolarci da questi circuiti, non sono io ad essermeli inventati, possiamo fondare un mondo nuovo. Possiamo andare dai nostri amici e spiegar loro tutto quanto, scettici o non, prima o poi lo vedranno anche loro. Man mano tutti riceveremo la nostra batosta, chi prima chi dopo, ma confido che non ripeteremo gli errori di adesso.
La nostra generazione non è bruciata. Sta bruciando.
Possiamo spegnere del tutto ciò che ci anima, annullare il nostro mondo, liberarci e scappare via, lontano, o ardere ancor di più per dimostrare che siamo migliori.

Ary, Padova