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giovedì 10 dicembre 2009

Stato, Scuola e Laicità

Nel progredire del generale processo di chiusura tradizionalista che sta contraddistinguendo i vertici della nostra politica regionale e nel complesso anche una cospicua parte della nostra società, ancora una volta la religione ricopre un ruolo essenziale. Sempre più spesso possiamo udire proposte concernenti questi temi, quali “l’ora obbligatoria di religione cattolica nelle scuole” o “la reintroduzione del crocifisso nelle classi” a carico in particolare la prima dell'assessore regionale alle politiche dell'istruzione Donazzan e la seconda della Lega Nord. Tutto questo a nome della radicate tradizioni cristiane che hanno da sempre contraddistinto (a volte nel bene, molto spesso nel male) la storia del nostro Stato e dell’Europa intera. In un’epoca in cui il revisionismo storico appare un processo normale e naturale, dimenticare le cose passate è un errore in cui è facile incappare. Una di queste è senz’ombra di dubbio la nostra costituzione, che sancisce la libertà di OGNI cittadino a professare liberamente il proprio credo o fede religiosa, qualunque essa sia. Proposte come quelle avanzate dal centro destra vanno chiaramente a ledere questi diritti, nonché a creare un sempre maggior stato di assenza di integrazione. Riteniamo che sia di massima importanza preservare l’ideale, ritenuto basilare sin del primo ‘700 con lo sviluppo del pensiero illuminista, per il quale la religione non debba essere un argomento trattato, né tantomeno imposto dallo Stato, bensì un scelta personale ed esclusiva di ogni cittadino, il quale possa scegliere tanto di essere laico, quanto di possedere un determinato credo. L’ora di religione cattolica obbligatoria e la reintroduzione del crocifisso nella classi sono proposte antidemocratiche, lesive del diritto alla laicità o a professare una diversa fede, simboli di una grave mancanza di integrazione. Questo perché lo Stato è una struttura laica, e scuola e istruzione ne sono un apparato fondamentale, perché è essenziale favorire l’integrazione e lo scambio culturale e per preservare un diritto fondamentale di tutti i cittadini. Noi proponiamo una scuola laica, che accetti e rispetti ogni credo senza imporne uno, che riconosca la libertà di ognuno a professare una qualsivoglia religione e che rispetti democraticamente il parere e l’opinione di TUTTI gli studenti facenti parte di essa. Infine riteniamo che le nostre scuole dovrebbero fornirci un grado di apertura mentale e culturale di gran lunga superiore a quanto riescono a dimostrarne i fautori di proposte tali.

SaX
(per gli studenti vicentini)

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