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mercoledì 14 luglio 2010

Haiti: la situazione è ancora grave

Padova - Nei mesi di gennaio-febbraio tramite il Comitato Rappresentanti d'Istituto di Padova siamo riusciti ad organizzare un'ottima raccolta fondi per Haiti in collaborazione con MEDICI SENZA FRONTIERE, che ha portato a suon di spicci più di 9 mila euro. La situazione è ancora grave, però, ed a scopo informativo diffondo il comunicato stampa inviatomi da Carlo Belloni, responsabile MSF a Padova.

Attendo commenti e vi ringrazio.



- COMUNICATO STAMPA DI MEDICI SENZA FRONTIERE -

Haiti: rapporto di Medici Senza Frontiere a sei mesi dal terremoto

Ancora drammatiche le condizioni di vita per migliaia di haitiani,
nonostante le promesse di aiuto.


Roma/Port-au-Prince, 8 luglio 2010 – Sei mesi dopo il terremoto che ha colpito Haiti il 12 gennaio, Medici Senza Frontiere (MSF) pubblica oggi un rapporto che descrive e analizza le diverse fasi dell'azione di MSF in quello che è stato il più grande intervento di emergenza mai affrontato dall'organizzazione. Il rapporto “Emergency response after the Haiti earthquake”, descrive anche le terribili condizioni di vita in cui versano gli haitiani ancora oggi e spiega l’impegno di MSF nei prossimi anni.

Le attività di MSF a Haiti si sono evolute nel corso dei sei mesi trascorsi dal sisma, passando da un’immediata risposta all’emergenza ad un’ampia gamma di attività mediche e di soccorso. “Gli haitiani sono stati i primi a rispondere a questo disastro e abbiamo rafforzato il loro impegno con un massiccio intervento. Oggi, per gli haitiani la fornitura di assistenza medica è migliorata e le cure mediche sono certamente più accessibili per la popolazione”, dice Stefano Zannini, Capo-missione di MSF a Haiti, che si trovava già a Port-au-Prince prima che il terremoto uccidesse o ferisse centinaia di migliaia di persone e ne lasciasse più di un milione senza casa.

La situazione per molti haitiani è ancora enormemente precaria, mentre la frustrazione cresce fra la popolazione che è amareggiata per la lentezza della ricostruzione. “Sei mesi dopo la realtà di Haiti rimane ancora drammatica, nonostante le promesse di aiutare le vittime formulate sull'onda dell'entusiasmo delle prime settimane", aggiunge Stefano Zannini.

Il rapporto di MSF mostra i dati globali dell’intervento che evidenziano la portata delle attività dell’organizzazione. Al 31 maggio, nei primi 138 giorni dopo il disastro, il personale di MSF ha trattato più di 173mila pazienti e ha realizzato oltre 11mila interventi chirurgici. Più di 81mila haitiani hanno ricevuto supporto psicologico. MSF ha distribuito circa 27mila tende e 35mila kit per l’emergenza.

Nel rapporto, si descrivono alcune delle scelte compiute nelle prime settimane dopo il terremoto. Per esempio, il numero estremamente alto di feriti ha costretto le equipe di MSF ha concentrarsi sulla stabilizzazione dei pazienti e sulla chirurgia d’emergenza, a scapito di altre attività. La scelta dei luoghi in cui collocare le strutture mediche temporanee è stata fatta in fretta dal momento che si trattava di una gara contro il tempo.

MSF ha inviato rapidamente un gran numero di operatori umanitari internazionali – due mesi dopo il sisma, MSF ne aveva sul campo 350 – dal momento che molti sanitari haitiani con i propri familiari hanno subito le conseguenze del disastro. Questo ha comportato per MSF un grande sforzo in materia di risorse umane e di capacità di gestione organizzativa. In un secondo tempo, l’organizzazione ha potuto ridurre il numero di operatori umanitari internazionali, visto che poco a poco sempre più haitiani venivano impiegati come staff di MSF arrivando ad essere il 93% del totale a fine maggio.

MSF sottolinea che, al 31 maggio, le donazioni ricevute per Haiti hanno toccato la quota di 91 milioni di euro. L’organizzazione ha speso 53 milioni di euro che comprendono: 11 milioni per la chirurgia, 4 milioni per la salute materno-infantile (fra i numerosi interventi seguiti da MSF, anche 3.700 parti) e più di 8,5 milioni di euro per la fornitura di ripari per i senzatetto. MSF prevede che entro la fine dell’anno avrà speso 89 milioni di euro per assistere la popolazione di Haiti.

C’è incertezza sulla velocità della ricostruzione e sulla durata dell’impegno delle altre organizzazioni nel prestare assistenza medica. MSF continuerà a lavorare per le vittime del terremoto nei prossimi anni. “L’assistenza sanitaria a Haiti era già fragile prima del terremoto del 12 gennaio”, dice Unni Karunakara, Presidente internazionale di MSF. “Il sisma ha distrutto molte delle strutture mediche che erano disponibili. Ci vorranno molti anni prima che il paese si possa rimettere in piedi. MSF è determinata a fare la propria parte per riabilitare l’assistenza sanitaria per gli abitanti di Haiti e dedicherà tutti gli operatori e i mezzi necessari a farlo”.

Il rapporto in inglese “Emergency response after the Haiti earthquake” e la sintesi in italiano sono disponibili on line: http://www.medicisenzafrontiere.it/msfinforma/pubblicazioni.asp?id=2388

Medici Senza Frontiere è la più grande organizzazione medico-umanitaria indipendente al mondo. Nel 1999 è stata insignita del Premio Nobel per la Pace. Opera in oltre 60 paesi portando assistenza alle vittime di guerre, catastrofi ed epidemie. www.medicisenzafrontiere.i
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Per informazioni:
Ufficio Stampa MSF Italia tel. 06.44.86.921 - 335.8489761 - 349.8132110

Quel gusto un po' macabro.

L'unica conclusione cui sono riuscita a giungere dopo svariati mesi di osservazione è che in questo paese deve esserci una subdola ed a tratti latente ammirazione per il sadomaso. Leggendo un'intervista su una rivista femminile qualcuno sosteneva che i politici dovrebbero stare attenti, attenti perché l'Italia è stanca. Sarà. A me sembra soltanto rincoglionita. Assopita in un sonno della ragione che (oltre a generare mostri, si sa) riesce a far scivolare via le peggiori affermazioni ed i peggiori fatti come se nulla fosse. Ed i soliti quattro cretini lottano fino allo stremo per opporsi a quella che è la gestione di questo paese ottenendo soltanto quello che è paragonabile ad uno scalpiccio od un timido bussare alle porte delle colonne dei giornali. E dopo un po' chi li biasima se si stufano e se sono sempre meno. Ci si ritrova quindi sotto il pelo dell'acqua. Vedendo la luce del sole che penetra e non potendola mai raggiungere perché un vetro invisibile ed indistruttibile non ci permette di tirare fuori la testa e respirare. Rassegnati si cerca quindi di costruire un angolo stabile dove vivere la propria vita (che somiglia però ad una lenta agonia che porta quindi all'oblio più totale). Ci si sente soffocati. Soffocati dal proprio paese. Ecco invece la classe dirigente che si sposta su uno yacht che viaggia leggero sul pelo dell'acqua. E da sotto, come i dannati nell'Ade, tutti li guardano con sguardo vacuo. È strana questa classe dirigente. Somiglia un po' al gruppo di nonnetti che gioca a briscola nel circolo anziani la domenica pomeriggio, ogni tanto litigano, ogni tanto fanno i tornei con quelli dell'altro circolo anziani, si annoiano un po', ma l'importante è che nulla li disturbi. E lì nel loro yacht, seduti attorno al tavolo immacolato, tirano fuori i loro assi nella manica e come fossero lame li scagliano contro i dannati che impotenti assorbono il colpo e tornano nel loro assopimento. Lo yacht diventa sempre più pesante, schiaccia il vetro, schiaccia l'acqua, schiaccia i dannati. Non si può respirare, non si hanno più spazi, si perisce evaporando.

Nessuno in realtà pensa veramente a dove andremo a finire. Le tenaglie si stringono attorno al singolo, ma alla fine in qualche modo si riesce ad arrivare a fine mese. In qualche modo. E poi che importa, domenica gioca la nazionale che ci rende tutti così uniti.

lunedì 5 luglio 2010

Quando pregiudizio e razzismo convivono ancora...


La notizia giunta oggi di un atto di violenza avvenuto mercoledì notte a Padova verso due ragazzi omosessuali ha scosso tutti noi ragazzi della Rete degli Studenti Medi, che sin dalla fondazione della nostra associazione promuoviamo la libertà per ogni indivuduo ad amare senza timore e a non farsi intimidire dall'ignoranza che ancora controlla le azioni di molti.

Verso le 3.00, tra il 9 e il 10 giugno, Matteo ed Enrico stavano passeggiando, diretti in via Giotto.

Camminavano abbracciati, nessun comportamento osceno o offensivo. Passando davanti a un bar del centro di Padova si sono sentiti insultare da alcuni avventori seduti all'esterno.

Ripetutamente questi hanno detto "Oltre che merde siete anche froci".

Queste persone li stavano giudicando non solo in base al loro atteggiamento affettuoso ma anche per il loro abbigliamento, che a quanto pare risultava "comunista".

Quando i due ragazzi si sono voltati per domandare se erano effettivamente loro i soggetti di quelle affermazioni sono stati picchiati da uno dei clienti, e poi incitati ad andarsene alla svelta dagli altri.

Hanno sporto denuncia, e con estremo stupore hanno affermato:«Siamo gay e giriamo assieme ormai da tempo, ma una cosa del genere non ci è mai successa.

Padova è una città aperta, quel che è successo è molto strano.

È una anomalia. Di certo non ci faremo spaventare e continueremo a passeggiare abbracciati, ancora più di prima. Non abbiamo paura»

Questo atto ci lascia sconcertati.

Padova è famosa appunto per la sua libertà, sia in campo politico che sociale, città universitaria, terra di scambi, con una cittadinanza attiva e un movimento giovanile che va contro a queste cose, del quale noi facciamo parte e siamo orgogliosi.

Vogliamo tenere alto questo valore della nostra città e soprattutto il valore della libertà.

Nella costituzione italiana si sancisce nell'articolo secondo si garantisce la protezione ai diritti inviolabili dell'uomo e nel terzo la pari dignità sociale e l'uguaglianza davanti alla legge al dì là della religione, del sesso, della razza della lingua, delle opinioni politiche e delle condizioni sociali e personali del singolo individuo.

Sono questi diritti rispettati nel momento in cui due persone che si vogliono bene devono temere di camminare per strada coi vestiti che desiderano per colpa di qualche retrogrado ignorante? Siamo già in un momento così buio per la nostra società?

Insieme noi ragazzi della Rete degli Studenti Medi di Padova vogliamo gridare un NO a questi atti razzisti, proclamare la nostra convinzione nella parità dei diritti e della dignità di ogni persona e continuare a lottare perchè ciò non accada in futuro.

Arianna Vietina