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lunedì 14 giugno 2010

La scuola riformata: tagli al futuro

Soffocata da molti eventi, più o meno seri, il 4 febbraio è stata approvata la riforma che darà il via al riordino di corsi e indirizzi. Approvata dal governo e definita dal ministro Gelmini “epocale”, non è un salto all’indietro, ma un salto nel buio: 8 miliardi di euro e almeno 17 mila insegnanti prendono il volo in tre anni.

In un periodo di crisi “occorre far quadrare il bilancio” e il ministro dell’istruzione contiene la spesa pubblica. Epocali sono i tagli voluti da Tremonti: licenziamenti dei docenti, tagli alle ore, soppressione di molte materie, riduzione delle ore di laboratorio, eliminazione di corsi di recupero e tutte le sperimentazioni.
Il Governo e la maggioranza hanno fatto tutto da soli, privando il Parlamento e il Paese di un confronto doveroso e approfondito.

 Il segretario del Pd Pierluigi Bersani sostiene che invece che di una riforma si tratta di «un taglio epocale alla scuola pubblica italiana che ci allontana dall’Europa e nega pari opportunità di vita, di educazione e di lavoro ai ragazzi e alle ragazze del nostro Paese». Pronta la risposta del ministro Gelmini: «Bersani e la sinistra non vogliono modernizzare la scuola, sono contrari a qualsiasi riforma per questo Paese». Ma al riordino è contrario anche il leader dell’Udc Pierferdinando Casini che avverte: «Non si possono fare le nozze coi fichi secchi. Una riforma seria ha bisogno di risorse».

Decisamente contrari i sindacati. Per Domenico Pantaleo, segretario generale della Flc- Cigl: «Il Governo conferma la linea nemica contro i giovani e il loro futuro» .

Ma cosa cambia ? Viene riorganizzato l’assetto dei licei portandoli a sei. Oltre al classico, scientifico, artistico e linguistico, che già sono presenti, vengono introdotti il liceo musicale e quello delle scienze umane. Il riassetto, tanto acclamato dal governo,  non è altro che uno spostare, modificare, ed eliminare lo stesso numero di indirizzi, solo con un nome diverso, rendendo così superfluo il presunto taglio che porta da 513 a 31 gli indirizzi.
La verità è che i cambiamenti che le scuole si troveranno ad affrontare non riguardano solo le materie di studio, ma anche i finanziamenti a disposizione per programmare i piani di studio. Uno scenario che aprendo le porte ad un biennio sempre più specializzato e rendendo possibile, in teoria, il passaggio ad un percorso di studi diverso, nella pratica essa risulterà molto difficile.

Diventerà fondamentale il ruolo delle scuole  che dovranno accompagnare gli studenti sia nell’orientamento che successivamente alla precoce canalizzazione. Verranno infatti introdotti dei tutor capaci di seguire gli studenti nel passaggio da un istituto all’altro. Risulta però poco chiaro come queste nuove figure verranno individuate. Attualmente, anche nel nostro Istituto, è sempre più difficile realizzare corsi di recupero o assumere supplenti. Così gli studenti devono correre al riparo e, ad esempio, la Consulta di Feltre ha organizzato delle lezioni attraverso il peer education, uno scambio solidale di conoscenze tra ragazzi.

Inoltre, se nei licei la riforma entrerà solo nelle prime, nei professionali investirà tutte le classi comportando sicuramente innumerevoli difficoltà.

La scuola targata Gelmini più che volano di crescita per il Paese, diventa lo “specchio” di una nazione alla deriva, fanalino di coda dell’Europa che marcia con un altro passo.